
Tra le dune sabbiose della costa tirrenica e le antiche foreste planiziali, il Parco Nazionale del Circeo custodisce un mosaico di paesaggi e storie, rendendolo una delle mete più affascinanti per chi ama l’escursionismo e la natura. Situato a pochi chilometri da Latina, questo parco è stato istituito nel 1934 per tutelare un’area di straordinario valore ecologico e culturale. Con i suoi 8.500 ettari, rappresenta oggi un raro esempio di equilibrio tra conservazione e fruizione, dove la biodiversità si fonde con la memoria storica del territorio.
Selva di Circe: un’antica foresta di pianura
Uno degli elementi più sorprendenti del Parco è la Selva di Circe, una delle ultime e più vaste foreste naturali di pianura rimaste in Italia. Si estende per oltre 3.300 ettari, e ospita un ecosistema ricchissimo, dominato da lecci, sughere, cerri e frassini. Camminare tra questi alberi secolari significa entrare in un mondo sospeso nel tempo, dove la luce filtra tra le chiome dense e il silenzio è interrotto solo dai richiami degli uccelli.
Tra le radure e i sentieri si incontrano frequentemente ambienti umidi temporanei, le cosiddette “piscine”, che si formano dopo le piogge. Questi specchi d’acqua effimeri diventano rifugi fondamentali per anfibi, insetti acquatici e numerose specie di uccelli canori, offrendo un habitat dinamico che varia con le stagioni. Non è raro, inoltre, imbattersi in volpi, tassi, istrici o seguire le tracce dei caprioli, tornati a popolare spontaneamente la Selva.
Luogo di storie e leggende
Il promontorio del Circeo, che si staglia sul mare come un’isola di pietra, è avvolto da un’aura mitologica. Secondo l’Odissea, fu proprio qui che Ulisse incontrò la maga Circe, rimanendo prigioniero dei suoi incantesimi. Ancora oggi il profilo del promontorio, visto dal mare, ricorda quello di una donna distesa, alimentando il fascino di un paesaggio in cui mito e realtà si intrecciano.
Il fascino selvaggio del promontorio ha ispirato anche lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, che lo definì “l’angolo più affascinante e selvaggio d’Europa”. Un’affermazione che ancora oggi risuona attuale, riflettendo la potenza evocativa di un paesaggio dove la natura incontaminata si intreccia con i miti antichi.
Ma il Circeo non è solo leggenda. Il territorio conserva testimonianze archeologiche e storiche che attraversano i secoli: dai resti di ville romane lungo la costa alle torri di avvistamento medievali, fino ai passaggi più enigmatici, come quelli legati alla presenza templare. Ogni strato racconta un tempo diverso, stratificato nel paesaggio.
Laghi, dune e l’isola vulcanica di Zannone
Oltre al cuore forestale e alla dimensione mitica, il Parco custodisce un patrimonio costiero di straordinaria varietà. I laghi costieri di Sabaudia, Caprolace, Monaci e Fogliano formano un sistema lagunare di grande valore ecologico, popolato da fenicotteri, aironi e cormorani. Le acque salmastre e le canne palustri ospitano una fauna abbondante, rendendo quest’area una meta privilegiata per il birdwatching e l’osservazione naturalistica.
La lunga duna litoranea, che si estende per oltre venti chilometri tra Anzio e Terracina, rappresenta uno degli ambienti più fragili e suggestivi del Parco. Qui vivono specie vegetali rare e altamente specializzate, capaci di resistere a vento, salsedine e aridità. Il promontorio calcareo del Circeo, alto quasi 550 metri, domina il paesaggio con i suoi sentieri scoscesi e panoramici che si affacciano sul mare.
A completare questo quadro unico c’è l’isola di Zannone, l’unica porzione insulare del Parco. Di origine vulcanica, con affioramenti anche sedimentari, Zannone è un luogo remoto e selvaggio, accessibile solo via mare. La sua natura incontaminata, unita alla presenza di sentieri poco battuti e ruderi monastici, la rende ideale per chi cerca un’escursione solitaria, a stretto contatto con gli elementi.
Un patrimonio riconosciuto a livello mondiale
Dal 1997, il Parco del Circeo è stato inserito tra le Riserve della Biosfera dell’UNESCO, riconoscimento che ne attesta l’importanza per la conservazione della biodiversità e la valorizzazione del rapporto uomo-natura. La sua candidatura a Patrimonio dell’Umanità ne conferma l’unicità, sia per la varietà degli ambienti che per l’intreccio tra natura, cultura e storia.
I sentieri del Parco offrono esperienze escursionistiche adatte a tutti i livelli, dal trekking più impegnativo lungo le creste del promontorio alle passeggiate tra pini, lecci e dune sabbiose. Ogni percorso regala una prospettiva diversa, invitando alla scoperta lenta e rispettosa del territorio.
Il Circeo come racconto vivente
Visitare il Circeo non significa solo esplorare una riserva naturale: è un’esperienza narrativa, un’immersione in un paesaggio che racconta sé stesso attraverso suoni, profumi e visioni. È un luogo in cui la scienza incontra il mito, in cui ogni dettaglio – un canto d’uccello, una pianta tra le dune, un rudere nascosto – aggiunge una pagina a una storia millenaria. Una storia ancora in divenire, scritta tra gli alberi della Selva e le onde del Tirreno.

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