L’uso dei droni nei parchi e nelle riserve naturali: tra tecnologia, regole e rispetto per la natura

L’uso dei droni nei parchi e nelle riserve naturali: tra tecnologia, regole e rispetto per la natura
I droni hanno aperto nuove frontiere per la fotografia e l’esplorazione, regalando prospettive mozzafiato su paesaggi altrimenti inaccessibili. Per chi ama il trekking e l’escursionismo, questi dispositivi possono sembrare un compagno ideale per immortalare le proprie avventure. Tuttavia, il loro utilizzo nelle aree protette non è così semplice come potrebbe apparire. Esistono norme precise, pensate per tutelare l’ambiente e garantire la sicurezza, che ogni appassionato deve conoscere prima di far decollare il proprio drone.
Il contesto normativo: un equilibrio tra libertà e tutela
La regolamentazione dei droni in Italia si basa su un quadro normativo complesso, che unisce leggi nazionali e direttive europee. Il Regolamento UE 2019/947, recepito dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), ha introdotto regole chiare per il volo dei droni, definendo le cosiddette “zone geografiche UAS”, ovvero aree in cui il sorvolo è limitato o completamente vietato. Queste zone includono molte delle nostre aree protette, come parchi nazionali e riserve naturali.
A queste norme si aggiunge la Legge Quadro sulle Aree Protette (n. 394/1991), che all’articolo 11 vieta il sorvolo non autorizzato di velivoli nelle aree protette. Questo divieto, in vigore da oltre trent’anni, è stato pensato per preservare la quiete e l’integrità di questi luoghi, spesso habitat di specie animali e vegetali delicate.
Dal 2023, inoltre, sono state introdotte nuove restrizioni in alcune regioni, come il Lazio, dove il Supplemento AIP S43/22 ha stabilito il divieto di decollo, atterraggio e sorvolo fino a 150, 300 o 500 metri dal suolo in numerose aree della Rete Natura 2000. Queste misure, rivolte in particolare ai droni, mirano a ridurre l’impatto di questi dispositivi sull’ambiente e sulla fauna.
Perché i droni sono limitati nei parchi?
Le restrizioni non sono frutto di un eccesso di burocrazia, ma rispondono a esigenze concrete. I parchi e le riserve naturali sono luoghi delicati, dove il minimo disturbo può avere conseguenze significative.
Il rumore dei droni, ad esempio, può spaventare gli animali, interferire con la nidificazione degli uccelli o disturbare il comportamento di specie protette. Inoltre, il sorvolo incontrollato può rappresentare un rischio per la sicurezza, sia per gli escursionisti che per l’ambiente stesso, soprattutto in aree con presenza di siti archeologici o geomorfologici fragili.
Non dimentichiamo, poi, che i parchi sono anche luoghi di quiete e rifugio per chi cerca un contatto autentico con la natura. Il ronzio di un drone può rovinare l’esperienza di chi vuole godersi il silenzio dei boschi o il canto degli uccelli.
Aspetti tecnici: rumore, autonomia e impatto ambientale
I droni, pur essendo strumenti tecnologici avanzati, hanno caratteristiche tecniche che possono influire sull’ambiente.
Uno degli aspetti più critici è il rumore: anche i modelli più silenziosi emettono un ronzio che può disturbare la fauna, soprattutto in aree remote dove il silenzio è parte integrante dell’ecosistema. Alcuni studi hanno dimostrato che il rumore dei droni può causare stress negli animali, alterando il loro comportamento naturale.
Un altro fattore da considerare è l’autonomia di volo. I droni ricreativi hanno generalmente una durata della batteria limitata, che può spingere i piloti a effettuare decolli e atterraggi multipli nello stesso luogo, aumentando il disturbo. Inoltre, la necessità di trasportare batterie di riserva e altri accessori può portare a un maggiore impatto ambientale, soprattutto se non si rispettano i principi del “Leave No Trace”.
Infine, la visibilità del drone può essere un problema. Anche se vola a quote basse, il suo movimento rapido e la sua presenza inaspettata possono spaventare gli animali o distrarre altri escursionisti.
Cosa devi sapere prima di volare
Se sei un appassionato di trekking e vuoi portare con te il drone, è fondamentale informarti sulle normative locali. Ogni parco può avere regole specifiche, che vanno oltre quelle nazionali. Ad esempio, alcuni parchi vietano completamente l’accesso con il drone, mentre altri richiedono un’autorizzazione per il decollo, anche se l’area non è formalmente una “no-fly zone”.
Prima di partire, consulta le mappe delle zone interdette, disponibili sul portale D-Flight, e verifica se il percorso che hai scelto attraversa aree protette. Ricorda che, anche se il sorvolo è tecnicamente consentito, potresti comunque incorrere in sanzioni se il tuo drone disturba la fauna o infrange le regole del parco.
Per i droni ricreativi, le regole generali prevedono di mantenere una distanza di almeno 50 metri da persone non coinvolte e di non superare i 120 metri di altezza. Tuttavia, nelle aree protette, questi limiti possono essere ulteriormente ridotti o addirittura annullati.
Un uso responsabile per un futuro sostenibile
I droni sono strumenti straordinari, ma il loro utilizzo deve essere bilanciato con il rispetto per l’ambiente e per gli altri. Prima di far decollare il tuo dispositivo, chiediti se è davvero necessario: forse, una fotografia scattata da terra può essere altrettanto suggestiva, senza rischiare di disturbare la natura o incorrere in sanzioni.
Se decidi di volare, fallo con consapevolezza. Rispetta le regole, informati sulle normative e scegli con cura i luoghi in cui operare. La tecnologia può coesistere con la natura, ma solo se usata con responsabilità e rispetto.
Consigli pratici per un volo responsabile
- Verifica sempre le normative locali sui siti ufficiali (ENAC, D-Flight, Ministero dell’Ambiente).
- Rispetta i principi del “Leave No Trace”: non lasciare tracce del tuo passaggio, nemmeno sonore.
- Evita di volare durante il periodo di nidificazione degli uccelli.
- Mantieni sempre il drone visibile a occhio nudo e sotto il tuo controllo.
- Non sorvolare mai gruppi di persone, campeggi o rifugi.
- Usa il drone solo se strettamente necessario per immortalare il paesaggio.
Risorse aggiuntive per approfondire
Se vuoi saperne di più sulle normative e sui regolamenti locali, ecco alcune risorse utili:
- Portale ENAC: Il sito ufficiale dell’Ente Nazionale Aviazione Civile offre informazioni dettagliate sulle norme per i droni.
- D-Flight: La piattaforma per la gestione del volo dei droni in Italia, con mappe aggiornate delle zone interdette.
- Ministero dell’Ambiente: Per consultare la Legge Quadro sulle Aree Protette (n. 394/1991) e altre normative ambientali.
- Regolamento UE 2019/947: Il testo completo del regolamento europeo sui droni.
Il valore del rispetto
L’uso dei droni nei parchi e nelle riserve naturali è un tema che divide: da un lato, c’è chi vede in questi dispositivi un’opportunità per scoprire e valorizzare la bellezza della natura; dall’altro, c’è chi teme che il loro utilizzo incontrollato possa danneggiare ecosistemi fragili.
La verità sta nel mezzo: con le giuste precauzioni e un po’ di buon senso, è possibile conciliare tecnologia e tutela ambientale. Prima di partire per la tua prossima escursione, prenditi un momento per informarti e riflettere. Ricorda che i parchi sono un patrimonio di tutti, e spetta a noi proteggerli per le generazioni future.
🌿 Buon trekking e, se decidi di volare, buon volo! ✈️
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