14 Agosto 2024

A chi dà fastidio il ripristino del Corpo Forestale dello Stato?

By David Passarelli

Le recenti tragedie ambientali, come l’incendio che ha devastato la Riserva Naturale di Monte Mario a Roma, riportano alla luce una domanda cruciale: perché si esita a ricostituire il Corpo Forestale dello Stato, un’istituzione con quasi due secoli di esperienza nella tutela del nostro patrimonio boschivo?

I limiti della Riforma Madia

La riforma del 2016 ha soppresso il Corpo Forestale, disperdendone il personale tra Carabinieri, Vigili del Fuoco e altre amministrazioni. Questa frammentazione ha creato inefficienze e vuoti di competenze che si avvertono ancora oggi, come evidenziato dalle recenti emergenze.

Problemi della nuova organizzazione

La nuova struttura ha mostrato diversi limiti:

  • Direttori delle Operazioni di Spegnimento poco familiari con le aree forestali
  • Complicazioni nella gestione degli incendi dovute alla frammentazione delle competenze
  • Mancanza di un coordinamento unitario, con ricadute su tempestività ed efficacia degli interventi

Molti esperti dubitano che la riforma abbia portato miglioramenti o risparmi tangibili.

Intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo

Nel febbraio 2024, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha deciso di esaminare la legittimità della Riforma Madia, su ricorso di oltre mille ex membri del Corpo Forestale. I ricorrenti lamentano:

  • Militarizzazione forzata del personale civile
  • Cancellazione delle prerogative sindacali
  • Modalità di trasferimento ad altre amministrazioni

Recenti sviluppi: un passo verso il ripristino?

Un decreto sulle emergenze per l’agricoltura, approvato dal governo nel maggio 2024, prevede che il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (CUFA) dei Carabinieri torni a dipendere funzionalmente dal Ministero dell’Agricoltura per alcune competenze. Un parziale ripensamento, che tuttavia non risolve le criticità di fondo.

Necessità di ripristinare il Corpo Forestale

Permane l’esigenza di ricostituire un Corpo Forestale autonomo e specializzato. I vantaggi sarebbero molteplici:

  • Recupero di conoscenze e competenze specifiche
  • Gestione unitaria ed efficiente delle emergenze ambientali
  • Migliore prevenzione e contrasto degli incendi boschivi
  • Coordinamento centralizzato della tutela ambientale
  • Ritorno a un modello civile di amministrazione delle foreste, come nella maggior parte d’Europa

L’importanza delle foreste italiane

Le foreste coprono oltre il 36,7% del territorio nazionale, con una superficie totale di circa 11 milioni di ettari. Questo immenso patrimonio svolge funzioni vitali per l’ecosistema e la società:

  • Stoccaggio di carbonio, essenziale per contrastare il cambiamento climatico
  • Difesa del suolo e contrasto al dissesto idrogeologico
  • Regolazione della qualità dell’acqua e dell’aria
  • Conservazione della biodiversità, con migliaia di specie animali e vegetali
  • Valore socioculturale e ricreativo per le comunità locali e i visitatori
  • Opportunità occupazionali nelle filiere del legno e dei prodotti forestali

La gestione sostenibile di questa risorsa strategica richiede competenze specialistiche e una visione di lungo periodo, che solo un corpo dedicato e altamente qualificato può garantire.

Un’anomalia nel contesto europeo

L’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea in cui la gestione delle foreste è affidata a un corpo militare, il CUFA, dipendente dal Ministero della Difesa. Questo modello si discosta nettamente dall’approccio civile-tecnico prevalente in Europa, dove la tutela delle foreste è di norma responsabilità di corpi forestali ad ordinamento civile, spesso collocati sotto i ministeri dell’agricoltura o dell’ambiente.

Questa militarizzazione solleva interrogativi sull’efficacia e l’appropriatezza del sistema italiano. Un corpo militare ha priorità, metodi e catene di comando differenti rispetto a un’agenzia civile specializzata. Inoltre, la sottrazione delle foreste alla gestione diretta del Ministero dell’Agricoltura rischia di indebolire la visione integrata e multifunzionale che è alla base delle moderne politiche forestali europee.

A chi dà fastidio il Corpo Forestale?

Nonostante l’urgenza di una gestione efficiente delle nostre foreste, permangono resistenze al ripristino del Corpo Forestale, forse legate a fattori politici, economici o burocratici. Ma la tutela dell’ambiente deve essere una priorità assoluta, al di là di ogni altro interesse.

È tempo di ricostituire un Corpo Forestale autonomo e altamente specializzato. Solo così potremo garantire una gestione adeguata del nostro patrimonio forestale e la salvaguardia dei suoi valori ecologici, sociali ed economici per le generazioni future.

Se condividi questa visione, firma la petizione online e segui gli aggiornamenti sulla pagina Facebook della Federazione Rinascita Forestale Ambientale. Il futuro delle nostre foreste è nelle nostre mani. Agiamo ora, prima che sia troppo tardi.

Pronto per saperne di più! Se vuoi approfondire tecniche di escursionismo, sicurezza e sostenibilità, consulta il mio Manuale di Escursionismo