14 Marzo 2025

Quando l’arte ispira l’avventura

By David Passarelli

A volte, un’immagine può accendere un’emozione, evocare ricordi o ispirare nuove avventure. È ciò che mi è successo di recente, mentre esploravo le sale del Museo del Prado di Madrid.

Di recente, mentre percorrevo le sale del Museo del Prado di Madrid, un dipinto ha catturato la mia attenzione, rafforzando ancora di più il legame profondo che da sempre mi unisce all’escursionismo. Davanti a The Mancorbo Pass in Picos de Europa di Carlos de Haes, mi sono fermato, quasi ipnotizzato dalla potenza evocativa di quella tela. La maestosità delle montagne, la luce che danza tra le rocce, quell’imponente vetta centrale che sembra chiamarti all’avventura… Per un istante, ho sentito l’aria fresca dei Picos de Europa sul viso e l’irrefrenabile desiderio di calzare gli scarponi.

Chi ama l’escursionismo sa che le montagne non sono solo paesaggi da attraversare, ma veri e propri racconti di pietra, luce e silenzi. A volte, questi racconti vengono immortalati anche nell’arte, trasformando una visione della natura in una testimonianza eterna. È proprio il caso di questo capolavoro dipinto nel 1876, che ha saputo parlarmi con una voce che solo chi percorre i sentieri può comprendere fino in fondo.

Mentre osservavo i dettagli del quadro, mi sono sorpreso a pianificare mentalmente un itinerario nei Picos de Europa, ispirato unicamente da quella visione artistica che ha saputo restituire non solo l’aspetto, ma l’anima stessa della montagna. È stata un’esperienza quasi mistica, un dialogo silenzioso tra l’arte del passato e la mia passione presente per l’outdoor. Ed è questa connessione che voglio condividere con voi oggi.

Il dipinto che cattura l’anima della montagna

L’opera rappresenta il passo di Mancorbo, situato ai piedi del monte Andara, una delle cime più affascinanti dei Picos de Europa. Con la sua imponente vetta centrale, resa con straordinaria maestria attraverso un sapiente gioco di luci e ombre, il dipinto trasmette tutta la potenza e la maestosità della montagna. L’aggiunta di un mandriano con il suo gregge in primo piano introduce una dimensione umana, rendendo il paesaggio non solo grandioso, ma anche vissuto.

La tecnica di de Haes è particolarmente evidente nella rappresentazione delle rocce calcaree tipiche dei Picos: ogni sfumatura di grigio e beige cattura la texture irregolare della pietra, mentre i contrasti tra luci e ombre enfatizzano la drammaticità delle formazioni rocciose. Il cielo, dipinto con pennellate fluide, mostra nuvole che sembrano in movimento, creando una sensazione di dinamismo che contrasta con l’immobilità eterna delle montagne.

Carlos de Haes: un pioniere del paesaggismo spagnolo

Carlos de Haes (1826-1898) è stato uno dei principali esponenti del paesaggismo realista spagnolo, un artista che ha saputo ritrarre la natura con fedeltà e profondità emotiva. Nato in Belgio ma trasferitosi in Spagna in giovane età, de Haes rivoluzionò l’approccio alla pittura paesaggistica nel paese, introducendo la pratica della pittura en plein air e rifiutando le convenzioni romantiche in favore di un realismo più diretto e immediato.

Durante un viaggio nei Picos de Europa nel 1874, insieme ai suoi allievi Aureliano de Beruete e José de Entrala, realizzò schizzi e studi dal vero, che due anni dopo lo portarono a completare questo capolavoro. La sua capacità di catturare la forza primordiale della montagna con un approccio realistico segna una svolta nella pittura paesaggistica spagnola del XIX secolo.

De Haes era noto per la sua dedizione al lavoro sul campo, portando con sé tele e colori anche nei luoghi più impervi. Questo approccio gli consentiva di cogliere dettagli e atmosfere che sarebbero andati perduti in uno studio fatto a memoria o basato su schizzi sommari. I suoi quadri non sono quindi semplici rappresentazioni, ma vere e proprie esperienze visive che trasmettono la sensazione di trovarsi fisicamente nei luoghi dipinti.

I Picos de Europa: un paradiso per escursionisti

Ma cosa rende davvero speciale questo dipinto per chi ama l’escursionismo? Oltre alla sua bellezza artistica, The Mancorbo Pass in Picos de Europa è un invito a esplorare quei luoghi selvaggi e autentici che hanno ispirato de Haes.

I Picos de Europa (“Picchi d’Europa”), situati nel nord della Spagna tra le regioni delle Asturie, Cantabria e León, costituiscono uno dei massicci montuosi più spettacolari della penisola iberica. Il loro nome deriva dal fatto che erano il primo avvistamento di terra per i marinai che tornavano dalle Americhe. Dichiarati Parco Nazionale nel 1918 (il primo in Spagna), questi monti offrono un paesaggio carsico unico, caratterizzato da formazioni rocciose frastagliate, profonde gole e una biodiversità sorprendente.

Itinerari imperdibili nei Picos de Europa

I Picos de Europa offrono una varietà di percorsi escursionistici per ogni livello di esperienza:

Il Sentiero del Cares (Ruta del Cares): Soprannominato “La Garganta Divina” (La Gola Divina), questo percorso di 12 km si snoda lungo una gola spettacolare scavata nella roccia, con pareti che si innalzano per centinaia di metri su entrambi i lati. Il sentiero, in parte scavato nella roccia nella prima metà del XX secolo per la costruzione di un canale idroelettrico, collega i villaggi di Poncebos (Asturie) e Caín (León). Considerato uno dei trekking più belli di tutta la Spagna, offre viste mozzafiato e richiede circa 5-6 ore per essere completato (andata e ritorno).

Il Circo de Ándara: Situato nel massiccio orientale dei Picos, questo è lo stesso scenario che ha affascinato de Haes e che regala viste incredibili sulle vette circostanti. L’area, caratterizzata da un anfiteatro naturale di montagne, conserva i resti di antiche miniere di zinco e piombo che testimoniano l’attività estrattiva del XIX secolo. Il sentiero che porta al Circo de Ándara parte dal villaggio di Bejes e richiede una buona preparazione fisica, ma le viste panoramiche ripagano ampiamente lo sforzo.

I Laghi Enol ed Ercina (Lagos de Covadonga): Per chi preferisce un’escursione più rilassante, questi due laghi glaciali offrono un panorama incantevole e sono accessibili a tutti. Situati a circa 1100 metri di altitudine nel massiccio occidentale, sono circondati da pascoli verdi dove è possibile osservare il bestiame al pascolo, proprio come nel dipinto di de Haes. Il percorso ad anello intorno ai laghi è facile e può essere completato in circa 3 ore.

Il Naranjo de Bulnes (Picu Urriellu): Per gli alpinisti più esperti, questa iconica montagna di calcare alta 2519 metri rappresenta una delle sfide più ambite della zona. Anche se la scalata è riservata agli esperti, l’escursione fino al rifugio di Urriellu permette di ammirare da vicino questa impressionante formazione rocciosa.

Flora e fauna: un ecosistema unico

I Picos de Europa ospitano una ricca biodiversità che rende ogni escursione un’opportunità di scoperta naturalistica. La zona è habitat dell’orso bruno cantabrico, del lupo iberico e del camoscio (rebeco), quest’ultimo facile da avvistare durante le escursioni in altura. Il parco ospita anche una grande varietà di uccelli rapaci, tra cui l’aquila reale e l’avvoltoio monaco.

La flora è altrettanto sorprendente, con oltre 1700 specie di piante, molte delle quali endemiche. Durante la primavera e l’estate, i prati alpini si trasformano in un tappeto di fiori colorati, tra cui genziane, narcisi e la rara orchidea calcarea.

Un ponte tra arte e natura: l’eredità di de Haes

The Mancorbo Pass in Picos de Europa non è solo un quadro, ma un ponte tra arte e avventura. Osservandolo, si percepisce il richiamo della montagna, la voglia di calzare gli scarponi e mettersi in cammino. Il dipinto ci ricorda che l’arte può essere un potente strumento per preservare e celebrare la bellezza dei paesaggi naturali, soprattutto in un’epoca in cui questi ambienti sono sempre più minacciati dai cambiamenti climatici e dall’intervento umano.

De Haes, con la sua opera, ha contribuito a creare una coscienza paesaggistica nella Spagna del XIX secolo, aprendo la strada a una maggiore attenzione verso la conservazione ambientale. Il suo approccio realistico ma allo stesso tempo emotivo verso la natura risuona perfettamente con lo spirito dell’escursionista moderno, che cerca nei sentieri non solo sfide fisiche ma anche connessioni profonde con l’ambiente naturale.

Informazioni pratiche per visitare i Picos de Europa

Se il dipinto di de Haes ha acceso in te il desiderio di esplorare questi luoghi magnifici, ecco alcune informazioni pratiche:

  • Periodo consigliato: La tarda primavera (maggio-giugno) e l’inizio dell’autunno (settembre-ottobre) offrono le condizioni migliori per l’escursionismo, con temperature piacevoli e paesaggi rigogliosi. In estate le temperature possono essere elevate, mentre in inverno molti sentieri sono innevati e richiedono attrezzatura specifica.
  • Come arrivare: L’aeroporto più vicino è quello di Santander, da cui è possibile noleggiare un’auto o utilizzare i trasporti pubblici per raggiungere i principali centri di accesso al parco come Cangas de Onís, Potes o Posada de Valdeón.
  • Alloggio: La zona offre diverse opzioni, dai rifugi di montagna agli hotel rurali fino agli agriturismi (casas rurales). Per chi vuole un’esperienza autentica, i piccoli villaggi all’interno del parco come Sotres o Bulnes offrono sistemazioni caratteristiche.
  • Guide e mappe: Anche se molti sentieri sono ben segnalati, è consigliabile procurarsi mappe dettagliate o affidarsi a guide locali, soprattutto per i percorsi più impegnativi. Il centro visitatori di Sotres offre informazioni aggiornate sui sentieri e sulle condizioni meteorologiche.

Quando l’arte ispira l’avventura

In definitiva, The Mancorbo Pass in Picos de Europa di Carlos de Haes rappresenta molto più di un capolavoro artistico: è un invito all’esplorazione, un promemoria della bellezza selvaggia che ancora esiste nel nostro mondo. Come escursionisti, possiamo trovare in opere come questa non solo l’ispirazione per nuove avventure, ma anche un modo per riflettere sul profondo legame che ci unisce ai paesaggi naturali.

Perché, come dimostra l’opera di Carlos de Haes, le montagne non sono solo da ammirare, ma da vivere. E ogni passo sui sentieri dei Picos de Europa è un dialogo con la stessa bellezza che, quasi 150 anni fa, catturò l’immaginazione di un artista e la trasformò in un’opera senza tempo.

Dal dipinto al sentiero: la tua prossima avventura

Se questo viaggio tra arte e montagna ha acceso in te il desiderio di esplorare i Picos de Europa o altre meraviglie naturali, ti invito a prepararti al meglio per la tua prossima avventura. Nel mio “Manuale di escursionismo“, disponibile su Amazon, troverai tutte le indicazioni pratiche, i consigli tecnici e le ispirazioni necessarie per trasformare l’emozione suscitata da un dipinto come quello di de Haes in un’esperienza concreta sui sentieri. Perché l’arte può ispirarci, ma sta a noi trasformare quell’ispirazione in passi reali sulla terra, in respiri affannosi sulla salita, in sguardi stupiti dalla cima. E forse, lungo il cammino, scopriremo che anche noi, come de Haes, possiamo trovare la nostra personale forma d’arte nell’incontro con la montagna.

Se vuoi approfondire la storia di questo straordinario dipinto, puoi visitare la pagina ufficiale del Museo del Prado. E se l’ispirazione dell’arte ti ha spinto a pianificare un’avventura reale, il sito ufficiale del Parco Nazionale dei Picos de Europa ti guiderà alla scoperta di questi paesaggi mozzafiato.