9 Gennaio 2025

Camminare l’Italia: una nuova visione per il turismo outdoor

By David Passarelli

Un settore in trasformazione
Tra i panorami mozzafiato e i sentieri carichi di storia, il turismo outdoor in Italia vive un momento di grande trasformazione. Gli Stati Generali del Turismo Outdoor, tenutisi il 23 e 24 novembre 2024 a Venezia, hanno offerto un’occasione unica per fare il punto su un fenomeno in continua crescita. L’evento ha coinvolto enti, operatori e comunità locali, ponendo le basi per una visione comune che unisca sostenibilità, accessibilità e valorizzazione del territorio.

L’essenza del turismo lento
Camminare non è solo spostarsi da un punto all’altro; è un modo di vivere il territorio e riscoprire un ritmo diverso, più umano. Il turismo lento, come emerso dal dossier, non riguarda solo i mezzi utilizzati, piedi o bicicletta, ma una filosofia che punta a esperienze autentiche e sostenibili. Attraverso la lentezza, si scoprono i dettagli che sfuggono al turismo di massa: un borgo medievale nascosto tra le colline, i profumi della natura al mattino, o il calore di una comunità che vive in armonia con il proprio ambiente. Secondo i dati, il turismo outdoor coinvolge oltre 20 milioni di persone in Italia, un numero in continua crescita che dimostra il desiderio di ritrovare una connessione con la natura e con sé stessi.

Il mosaico dei cammini italiani
L’Italia è un vero e proprio mosaico di cammini: più di 150 percorsi ufficiali, dai sentieri montani alle vie di pellegrinaggio, coprono oltre 30.000 chilometri attraverso il Paese. Ogni cammino racconta una storia unica, che si intreccia con il patrimonio culturale, spirituale e paesaggistico del territorio. Tra i percorsi più iconici troviamo la Via Francigena, che attraversa numerose regioni italiane, e il Sentiero Italia CAI, uno dei più lunghi al mondo, che abbraccia l’intera penisola. Altri esempi significativi includono il Cammino Materano, che unisce Basilicata e Puglia, e il Sentiero degli Dei lungo la Costiera Amalfitana. Ma questa ricchezza di percorsi porta con sé nuove sfide e opportunità.

Sfide future e impatto economico
Il turismo dei cammini, pur nella sua crescita costante, deve affrontare sfide cruciali per il suo sviluppo futuro. Il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori preoccupazioni: l’erosione dei sentieri, gli eventi meteorologici estremi e la modificazione degli ecosistemi richiedono strategie di adattamento e manutenzione sempre più complesse. La digitalizzazione pone un’altra sfida: bilanciare l’innovazione tecnologica, necessaria per sicurezza e accessibilità, con l’autenticità dell’esperienza outdoor.

Dal punto di vista economico, il turismo outdoor sta dimostrando di essere un volano significativo per le economie locali, specialmente nelle aree interne. Lungo i cammini stanno fiorendo piccole imprese che mostrano una notevole resilienza: agriturismi, bed & breakfast, servizi di accompagnamento e supporto logistico. Particolarmente interessante è il fenomeno delle “micro-economie del cammino”: cooperative di guide escursionistiche, produttori locali che hanno diversificato l’offerta, artigiani che hanno riscoperto antichi mestieri.

Il turismo lento si sta rivelando un potente strumento di redistribuzione economica, capace di portare risorse anche in aree tradizionalmente meno turistiche. L’impatto positivo si manifesta non solo nel settore dell’ospitalità, ma in tutto l’indotto: dalla ristorazione all’artigianato locale, dai servizi di trasporto alla manutenzione dei sentieri.

La sfida per il futuro sarà mantenere questo equilibrio tra crescita economica e preservazione dell’autenticità, tra sviluppo turistico e sostenibilità ambientale. Servirà una governance attenta e partecipata, che sappia coinvolgere tutti gli attori del territorio in una visione comune di lungo periodo.

Sostenibilità, accessibilità e il ruolo delle comunità
Il turismo outdoor non può prescindere dalla sostenibilità e dall’accessibilità. Gli Stati Generali hanno messo in evidenza numerosi esempi di buone pratiche: dalle strutture ricettive a basso impatto ambientale, alle iniziative di riforestazione lungo i percorsi. Inoltre, l’accessibilità è stata indicata come una priorità strategica: ogni sentiero, ogni rifugio, deve essere progettato per essere fruibile anche da chi ha esigenze particolari.

Grazie al supporto del Ministero del Turismo, sono stati avviati 40 progetti di riqualificazione, con un investimento di oltre 20 milioni di euro. Questi interventi includono il miglioramento delle superfici dei sentieri, l’installazione di segnaletica interattiva con QR Code e la creazione di aree di sosta attrezzate. Un’iniziativa particolarmente significativa è stata la stesura del Vademecum per l’accessibilità e la fruibilità dei cammini, che stabilisce standard di qualità per garantire che tutti possano godere dell’esperienza del camminare.

Dietro ogni cammino c’è una storia di persone. Le comunità locali sono l’anima del turismo outdoor. Dai rifugi alpini ai piccoli agriturismi, fino agli ostelli gestiti da volontari, sono loro a garantire un’accoglienza calorosa e autentica. Il dossier sottolinea il successo di progetti come i Villaggi Montani Certificati CAI, che promuovono il turismo consapevole in aree meno frequentate, valorizzandone tradizioni e biodiversità. Questi progetti dimostrano come il turismo possa essere un’opportunità per rafforzare la cooperazione tra regioni e creare nuove opportunità economiche.

Che siate esperti escursionisti o semplici amanti della natura, ogni passo è un’opportunità per scoprire qualcosa di nuovo, su voi stessi e sul mondo che vi circonda. Il camminare diventa così non solo una pratica, ma un invito a vivere il territorio in modo più profondo, autentico e consapevole.

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