30 Giugno 2023

Dalle rovine della tempesta Vaia nasce l’Aquila di Marcesina

By David Passarelli

Da un disastro naturale può nascere un’opera d’arte unica e affascinante. L’Aquila Vaia di Marcesina è un esempio vibrante di come un cataclisma possa essere trasformato in un simbolo di forza, libertà e resilienza. Questa è la storia di come l’aquila in legno più grande d’Europa è nata dalla devastazione della tempesta Vaia.

L’Aquila Vaia di Marcesina: un monumentale emblema di forza e libertà

Un’aquila gigantesca, con un’apertura alare di 7 metri e una lunghezza di 5, si staglia imponente contro l’orizzonte, le sue ali sembrano volare verso i cieli. Realizzata con i resti della tempesta Vaia, questa opera è un maestoso simbolo di forza e libertà. Non è solo la più grande aquila in legno d’Europa, ma anche un tributo tangibile alla resilienza della natura e alla sua capacità di rigenerarsi.

L’aquila, icona per chi ama la montagna e l’escursionismo, rappresenta una guida, una protettrice e una ispiratrice. La sua immagine evoca un senso di grandezza e di trascendenza, di volo libero e indomito. Questa aquila, nata dalle cicatrici della tempesta, è diventata un faro di speranza e un monito alla consapevolezza ambientale.

Un tributo alla rigenerazione e all’ambiente

Oltre al suo valore artistico e simbolico, l’Aquila Vaia ha anche un forte impatto ambientale. Creata da legno non trattato, la scultura è destinata a subire i cambiamenti degli agenti atmosferici, mutando nel corso del tempo. Questo processo simboleggia il ciclo della vita: morte, decomposizione e rigenerazione.

Utilizzando legno recuperato dalla tempesta, quest’opera d’arte dimostra come la natura possa essere rispettata e valorizzata, anche dopo un evento catastrofico. La scultura invita a una riflessione più ampia sulle questioni ambientali, sulla sostenibilità e sulla necessità di una convivenza rispettosa con l’ambiente.

Questa tematica del rispetto e della valorizzazione della natura si riflette anche nel nostro patrimonio naturale, come le faggete italiane, che sono state riconosciute come patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Marco Martalar: L’artista dietro l’opera

L’uomo che ha dato vita a questa meraviglia è Marco Martalar, noto per le sue opere mastodontiche create con gli scarti di legno lasciati dalla tempesta. La sua opera, intrisa di rispetto per la natura e attenzione per l’ambiente, diventa un simbolo tangibile di come arte e natura possano interagire in modi sorprendentemente belli e significativi.

Martalar è un artista cimbro, il cui cognome significa “abitante della valle sassosa”. Vive e lavora sull’Altopiano di Asiago, un luogo la cui forte natura ispira la sua arte. Pini, larici e faggi circondano il suo laboratorio, infondendo nell’aria il profumo della piante e della segatura.

L’approccio artistico di Martalar è un processo di ascolto e di dialogo con la materia. I disegni preparatori sono solo una bozza di partenza, poi è il legno a guidare l’artista, con la sua fibra, la sua musica, a determinare il risultato finale. Le sue sculture sono dunque un connubio tra la creatività dell’artista e la vitalità intrinseca del legno. Dalle sue mani, seguendo la natura del materiale, nascono figure sinuose, primordiali e leggere, in cui le piante sembrano riprendere vita dopo essere passate attraverso il filtro della creatività di Martalar.

Oltre alla magnifica Aquila Vaia di Marcesina, Martalar è autore di altre opere di grande successo in Trentino, come il Drago Vaia e la Lupa del Lagorai, anch’esse realizzate con i resti della tempesta. Ogni sua opera è un tributo alla forza della natura e un invito alla riflessione sulla fragilità dell’equilibrio ambientale.

Se sei affascinato dal magnifico paesaggio dell’Altopiano di Asiago e ti piacerebbe esplorarlo di più, ti suggerisco di dare un’occhiata a questo libro che descrive i 50 sentieri più belli dell’altopiano di Asiago. È un’ottima guida per pianificare la tua prossima avventura all’aperto.

Pronto per saperne di più! Se vuoi approfondire tecniche, sicurezza e sostenibilità, consulta il mio Manuale di Escursionismo.